Esci dalla Routine per Vivere prima dei Trent’anni

"A volte bisogna lottare così duramente per la vita
che non resta più tempo per viverla.

Charles Bukowski

Arrivato all’ombra dei 30 anni ti guardi indietro e pensi al tempo che è passato.

 

A 20 anni, poco prima della fine delle Scuole Superiori (Sì, ho finito un anno in ritardo perchè preferivo andare in discoteca il weekend anzichè studiare come tanti), rimanevo all’ultima fila dei banchi di laboratorio, al computer mentre tutti gli altri eseguivano gli esercizi, io già scrutavo gli annunci di lavoro e provavo a capire come sarebbe stato il mondo dei grandi.

 

Mi dicevano sempre: “E’ dura, dovrai lavorare tanto, fare la GAVETTA, farti vedere dai tuoi capi, dovrai iniziare sottopagato poi forse riuscirai a guadagnare bene dopo i primi anni”.

 

Io nel mondo dei grandi ci sono voluto entrare da subito, all’esame di Stato, presentai un’applicazione utile per la gestione scolastica dei corsi di recupero, alla fine dell’Esame fui richiamato dentro dai professori ed una professoressa che faceva parte della commissione esterna mi disse: “Christian, lasciami il tuo contatto, stiamo cercando persone come te da formare e darci una mano”.

 

Iniziai così a lavorare subito dopo qualche settimana, successivamente dopo due mesi ho iniziato la mia prima collaborazione per un’Agenzia Web della mia zona in Toscana.

 

“Ciao Christian, benvenuto nel tuo primo giorno di lavoro con noi, questo è un template in PDF che dobbiamo trasformare in un template per questo CMS Open Source che usiamo, sei l’unico sviluppatore, buona fortuna.”

 

In pausa pranzo, dopo 4 ore ero riuscito a malapena a fare un bottone e mezzo menù a tendina, volevo scappare, pensavo di non essere all’altezza.

 

Sono passati esattamente dieci anni da quel giorno e adesso sto scrivendo questo articolo da un’Isola Vulcanica a ridosso del Marocco lavorando da remoto.

 

Con il passare degli anni mi sono migliorato molto, mi sono trasferito in una nuova città che mi ha dato tanto, mi ha fatto crescere, mi ha formato professionalmente e mentalmente.

 

Il tempo è volato in fretta su e giù per l’A1, tra viaggi e pendolarismi, tornando spesso a casa in Toscana per trovare amici, parenti e vecchi amori.

 

Spesso mi svegliavo alle 5 del mattino di Lunedì per tornare alla vita reale dopo un weekend passato al mare ad aprirmi le birrette ridendo con gli amici.

 

La vita reale, quella che ti dicono che devi fare, quella che ti porta in cima alla piramide, che ti da l’opportunità di comprarti una casa, un’auto fiammante, quella della Gavetta, degli stage sottopagati, quella del piano ferie fatto a Marzo, delle vacanze ad Agosto a caro prezzo, quella degli aumenti, degli scatti di anzianità, delle RAL, dei ROL, dei permessi per uscire prima, dei buoni pasto, dell’aziendalismo in giacca e cravatta, delle schiscette con la pasta riscaldata della sera prima.

 

La vita reale in una casa condivisa con altre 4 persone perchè lo stipendio è quello che è (e deve bastare), dell’abito sempre stirato e delle file alle mense sgomitando per mangiare un Tris di primi consumando due buoni pasto, dell’ora d’aria in pausa pranzo tornando a corsa altrimenti se timbri il cartellino 5 minuti dopo rischi di trovarti con mezz’ora di stipendio scalata a fine mese.

 

La vita reale in una metro circondato da persone che si spingono a tutta velocità per riuscire ad entrare in tempo per non aspettare 5 minuti della loro vita, la vita reale delle riunioni fatte mentre si guida in un’autostrada intasata di auto che tornano dopo 48 ore di libertà nel weekend.

 

La vita reale dei dispetti tra coinquilini, dei rimproveri se paghi l’affitto 5 giorni in ritardo, delle lamentele che “ancora non mi è arrivato lo stipendio, incredibile“.

 

Sarà, ma quella Vita Reale di cui tanti mi parlavano, fatta di sacrifici per la pensione, di occhiaie, di c’è da spingere e correre di più, delle pacche sulle spalle, a ridosso dei 30 anni, mi stava troppo stretta e di aspettare la fine dei miei giorni per sentirmi libero non ne avevo proprio più voglia.

 

Nella mia vita non sono esistiti Erasmus o ferie più lunghe di 3 settimane, cercavo la mia libertà e il mio tempo nelle 48 ore concentrate tra venerdì e domenica sera, oppure in quelle settimane di ferie estive dove doveva andare tutto alla perfezione.

 

A ridosso dei trent’anni ho capito che più continuavo a vivere nella Vita Reale che il sistema mi imponeva e più venivo chiuso all’interno di una catena di montaggio di cui io facevo parte come ingranaggio, come un criceto che gira all’interno di una ruota tutti i giorni.

 

Ho capito che con il mio lavoro e la mia età potevo rischiare tutto quello che volevo, potevo mollare tutto senza preoccuparmi di molto.

 

Ho capito che non c’è un momento giusto per tutto, ma c’è un tempo in cui devi prendere decisioni giuste ma anche drastiche per puntare in alto.

 

Quando è il momento giusto per qualcosa?

 

Tra cinque anni?

Tra dieci?

Devo prima mettere i soldi da parte?

Devo prima aspettare una risposta dal cielo?

 

Se una cosa la desideri, il momento giusto era ieri

e tu sei la prima causa del problema che ti spinge a non rischiare e buttarti.

 

Oggi, dopo dieci anni ho trovato la mia libertà lavorando da remoto viaggiando.

 

Scrivo codice come un pianista arpeggia sul piano, osservando in distrazione tramonti che scendono su isolette sperdute nel mondo.

 

Vivo i miei giorni affacciato ai finestrini, assaporando ogni sapore ed ogni colore che i nuovi paesaggi mi offrono.

 

Vivo la Mia Vita Reale all’interno di una piramide molto alta da scalare, fatta sempre di sacrifici, di fatture, di tragitti casa-ufficio, ma nel frattempo ricca di vita, di nuove persone da conoscere, di biglietti sola andata, di cibi locali a basso costo, di tuffi dalla scogliera più alta, di viaggi sola andata.

 

Vivo ogni giorno cercando e implementando nuovi modi per scalare la Piramide della mia Vita Reale che sto costruendo, salendo pian piano ogni gradino per arrivare in cima alla punta, alla Libertà.

 

All’ombra dei trent’anni hai la possibilità di uscire dalla tua ruota e fare qualcosa di grande, all’ombra dei trentanni devi rischiare, spingerti oltre e metterti in gioco.

 

Se la Vita Reale che stai vivendo ti sta stretta fai qualcosa per cambiarla, impegnati, acquisisci, specializzati, rischia e vivi il tuo tempo, perchè è l’unica cosa che non ti verrà restituita insieme al tuo TFR o al tuo piano pensionistico.

 

Organizzati e strutturati per inventarti una tua Vita Reale, una tua piramide da scalare per vivere il tuo sogno e riprendere il tuo tempo.

 

E Se fallirai?

 

Se fallirai non ti preoccupare, sarai sempre benvenuto/a nella Piramide della Vita Reale che ti viene imposta.

 

Ricorda sempre, si vive di tempo e non di rimpianti.

 

Sei artefice del tuo destino, puoi scegliere di metterti in gioco oppure continuare a ruotare senza una rotta precisa.

 

Sono riuscito a convincerti?

Ci vediamo nell’altra piramide!

Torna in alto