il Minimalismo per capire quanto siamo circondati di superfluo

Non ho mai approcciato e compreso lo stile di vita minimalista fino a quando non ho iniziato a Viaggiare come Nomade Digitale.

 

Prima della partenza per la mia prima destinazione da freelance nomade digitale, l’isola di Fuerteventura nell’arcipelago delle Canarie, ho dovuto fare i conti con il trasloco dalla mia ultima abitazione da Milano riportando tutto quello che avevo (o quasi), nella mia casa dei genitori in Toscana.

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quando mi sono affacciato al minimalismo

Ero circondato da vestiti, scarpe che non mettevo da mesi, accessori, soprammobili, giacchetti usati due volte, videogiochi degli anni passati nello stanzino a prendere polvere.

 

Ogni casa o quasi possiede un ripostiglio oppure una soffitta fatta apposta per mettervi dentro oggetti vecchi, scatoloni, libri, vestiti, album fotografici.

Sono sempre stato abituato a mettere dentro tutto quello che non volevo utilizzare o comunque vedere, facevo sacchi enormi, mettevo un panno grande sopra per non far prendere polvere a libri o vecchi apparecchi tecnologici e richiudevo la stanza.

 

“A cosa mi servirà tutta questa roba messa in borsoni che devo traslocare con tanta fatica da Milano in Toscana ora che devo partire?”

Mi sono risposto semplicemente: “A Niente!”

Dovevo trasportare con il treno e BlaBlaCar in più viaggi, valige e borsoni di cose che una volta riportate nell’altra casa non mi sarebbero servite a niente.

 

Ho iniziato quindi a prendere tutto quello che avevo rinchiuso da anni  e chiedermi se effettivamente mi sarebbe servito da quel giorno ai prossimi anni, il 90% delle cose non mi sarebbero servite più a niente, ho cominciato quindi a regalare e a vendere per recuperare qualche soldo per viaggiare.

 

Non ho recuperato molto in termini di soldi, circa 300€ che mi sono comunque serviti per pagarmi il volo di sola andata per la Thailandia, niente male per una PS4 che ormai usavo solo quando non lavoravo oppure quando arrivava l’inverno e per alcune scarpe che non mettevo da anni e le avevo indossate giusto 2-3 volte.

 

Ho iniziato a liberarmi di più cose possibili per tre semplici motivi:

 

  • Non avevo assolutamente voglia di traslocare cose inutili per il mio futuro.
  • Volevo recuperare più soldi possibili perchè sarei partito qualche settimana dopo.
  • Volevo sbrigarmi il trasloco più in fretta possibile visto che non avevo un mezzo proprio per farlo.

Che cos'è il minimalismo

“Si tratta di una concezione di vita dove si tende a possedere, a volere e fare solo quello che davvero è necessario, pertanto essenziale”

Wikipedia

Il minimalismo, soprattutto se applicato alla vita da Nomade Digitale ti permette di avere due vantaggi:

  • Viaggiare leggero
  • Risparmiare soldi

 

Entri in un mindset che ti fa considerare solo quello che è strettamente necessario per quello che farai, per i posti che visiterai, non avrai bisogno per esempio di abbigliamento pesante se sceglierai di lavorare da posti caldi, ti basterà quindi un mini guardaroba estivo che puo’ banalmente entrare in una Duffel Bag oppure in un trolley piccolo.

 

L’ideale è rimanere più leggeri possibili, liberarsi di tutto quello che non serve e che non è strettamente necessario portare.

Tutto quello che mancherà in corso d’opera potrai benissimo acquistarlo in Loco.

Economicamente parlando il minimalismo ti pone la seguente domanda: “Mi serve davvero? Devo comprarlo o posso stare anche senza?”

 

Il fatto di spostarsi con più o meno frequenza fa si che eviterai di spendere soldi per tutto quello che non ti è necessario come per esempio avresti fatto in ufficio facendo acquisti sfrenati su Amazon in pausa pranzo.

 

Niente accessori per la cucina, niente porta-“qualcosa”, niente “figate strane” trovate su internet, solo lo strettamente necessario per sentirsi appagati dalla vita da lavoratore che viaggia.

 

Il minimalismo materiale è strettamente legato alla vita da Nomade Digitale soprattutto per quelli che viaggiano spesso, viaggiare con più bagagli e per di più pesanti è uno stress fisico e mentale che non ha precedenti.

 

Se avete già avuto esperienze di Backpacking saprete di cosa sto parlando: diventa indispensabile portare solamente lo stretto necessario per potersi spostare con agilità e senza tanta fatica.

L'esperienza negativa a tenerife

La mia prima destinazione, Fuerteventura, era abbastanza statica: non avevo bisogno di spostarmi ma avevo un solo alloggio per un intero mese.

 

Prima di partire non sapevo minimamente cosa portare, avevo riempito al massimo uno zaino trolley trasportabile a mano ed uno zainetto anche quello pieno fino all’orlo.

 

Mi sono accorto già appena atterrato nell’isola di quanto fosse fastidioso caricare, scaricare e trasportare due bagagli completamente pieni in giro con mezzi pubblici, taxi e auto, ma in fondo dovevo solamente farlo due volte: una volta appena arrivato ed una volta per lasciare l’isola.

 

L’esperienza più brutale e l’odio per tutto il non necessario l’ho provato quando da Fuerteventura sono volato a Tenerife, mi ero programmato di fare spostamenti ogni 3-5 giorni da un alloggio all’altro, quindi ogni volta mi trovavo in modo scomodo a dover trasportare dietro tutti i bagagli in taxi, auto a noleggio, alloggi senza ascensore, ecc…

 

La cosa che poi mi sono accorto è che di tutti i calzini che avevo portato potevo banalmente portarne la metà (giravi molto spesso in infradito sul mare), le felpe che avevo portato erano eccessive (ne bastava una), le magliette e le polo erano in numero eccessivo (potevo banalmente lavarle e dimezzare il peso dei miei bagagli).

 

Dopo l’esperienza negativa di Tenerife, tornato a casa mi sono reso conto di una cosa:

 

Non pensare troppo a come riempire il tuo bagaglio al massimo della capienza, non è la quantità che metti dentro, ma l’utilità e la qualità delle cose che scegliamo di portarci dietro, nella valigia come nella nostra vita.

 

La partenza per l'asia

Dopo lo sbaglio e l’inesperienza di aver portato troppo e non necessario per vivere e lavorara da nomade digitale alle Canarie, dovevo prepararmi per il vero e proprio salto nel vuoto: viaggiare per 6 mesi in solitaria nel sud-est asiatico.

 

Sono tornato a casa stufo di dovermi portare dietro bagagli appesantiti, mi ero detto che avrei preferito non portare niente piuttosto che portarmi troppo.

 

Non stai andando in guerra e non stai andando in posti dove se hai bisogno di qualcosa non riuscirai a trovarlo, semplicemente siamo sempre troppo attaccatti a quello che già abbiamo che facciamo fatica ad abbandonare, buttare, regalare oppure vendere.

 

La sera prima della partenza per la Thailandia ricordo benissimo che avevo tirato fuori tutto quello che avevo nell’armadio e l’avevo appoggiato tutta sui divani, con in terra le due solite borse aperte, stavo commettendo di nuovo lo stesso errore: portare troppo ed il non necessario.

 

Ad un certo punto, stufo di ripetere il solito sbaglio di portarmi dietro troppo, ricordo che ho tirato tutto fuori dalle pesantissime borse, ho dimezzato le cose ed ho inserito lo zaino vuoto con solo il portatile all’interno di una borsa da palestra mezza piena.

 

Avevo dimezzato il peso delle cose che stavo portando con me in Asia, coscente del fatto che il resto lo avrei comprato solamente in caso di bisogno.

Magliettine, costume, infradito, un paio di scarpe, qualche calzino, bermuda, il mio portatile, alimentatore, caricabatterie portatile e via in aeroporto con 12kg di bagaglio.

 

Il viaggio in Asia è stato decisamente più dinamico ma molto più piacevole sotto l’aspetto del trasporto del mio bagaglio (che era comunque un bagaglio da stiva).

Ho conosciuto addirittura un ragazzo che stava viaggiando solamente con un bagaglio a mano, con all’interno il suo laptop per lavorare.

 

Tutto quello che serviva per vivere e lavorare era contenuto in uno zaino trasportabile in cabina, con 10kg di vestiti e portatile riusciva a muoversi leggero, non doveva aspettare lo scarico dei bagagli da stiva, non doveva caricare e scaricare ogni volta tutto, bastava caricarlo in spalla e partire verso una nuova meta, verso una nuova avventura.

il mio minimalismo oggi

Dopo mesi in viaggio con il minimo indispensabile, oggi, non spendo più soldi in vestiti per riempire l’armadio, non sogno auto lussuose o ville da urlo, non spendo soldi in scarpe all’ultima moda che vedo nelle pubblicità solo per il bisogno di averle e il sentirmi realizzato.

 

Mi comprerò le scarpe che voglio quando sentirò il bisogno di cambiarle, comprerò il nuovo modello di cuffie quando quelle che indosso si saranno rotte, non vado a cena in ristoranti costosi per sentirmi appagato per un paio di ore per i soldi che guadagno con il mio lavoro, cambierò il mio laptop quando sarà obsoleto e non riuscirò più a lavorare.

Spendo oggi soldi in esperienze e non per possedere, in viaggi piuttosto che in 3 paia di scarpe da tenere nell’armadio e cambiare per l’evenienza, in voli last minute piuttosto che in una cena con pizza gourmet a 35€ a testa.

Vivere le mie giornate da minimalista mi ha inoltre tolto tanti pensieri dalla testa, tanti stereotipi che oggi giorno vengono seguiti grazie alla tv, a quello che sentiamo e vediamo in giro, il bisogno di possedere, di raggiungere il traguardo di acquistare il nuovo telefono, di acquistare la nuova cabrio e sfrecciare magari in un paesino di 10 mila anime solo per il gusto di farsi vedere.

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